FORMA MENTIS è una Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Integrata dinamico-cognitiva , centrata sulla Control-Mastery Theory, la cui finalità è la formazione all’intervento clinico nell’ambito della salute mentale e della ricerca nel campo della psicoterapia.
Partendo da un approccio bio-psico-sociale alla comprensione del funzionamento mentale normale e patologico, il modello formativo di Forma Mentis insegna la progettazione e implementazione di interventi psicoterapeutici integrati, inclusivi e personalizzati. Un solo modello teorico, con una prospettiva ‘scolastica’, non può infatti informare una pratica clinica che sia la migliore possibile per tutti i problemi per cui è richiesta una psicoterapia.
L’indirizzo della Scuola è caratterizzato pertanto da una finalità integrativa per quanto riguarda la valutazione dei fenomeni mentali e relazionali attraverso i quali si può esprimere il disagio psicologico, e offre le più aggiornate procedure di formazione per gli specializzandi
Il Modello Integrativo Forma Mentis
L’essere umano ha come motivazione sovraordinata quella di adattarsi alla realtà e appagare bisogni e desideri evoluzionisticamente fondati, ed è intrinsecamente motivato ad acquisire controllo su se stesso e la realtà, a risolvere i propri problemi e padroneggiare i propri traumi.
L’essere umano è inoltre dotato di sofisticate capacità di funzionamento e autoregolazione, consce e inconsce che, in presenza di un ambiente relazionale sufficientemente sintonizzato che faccia sentire al sicuro, gli consentono di adattarsi in modo ottimale alla realtà.
Quando subisce dei traumi o è vittima di eventi avversi, l’essere umano cerca quindi consciamente e inconsciamente di comprendere in che modo possa aver contribuito al loro verificarsi e come possa evitare che essi si ripresentino in futuro.
Se un trauma si verifica in età evolutiva, però, il modo di dar senso a esso è plasmato dalle caratteristiche dello psichismo infantile: dalla dipendenza dai genitori, dal bisogno di vederli come forti, saggi e giusti e dalla tendenza a dar loro ragione in caso di disaccordi; dall’egocentrismo cognitivo ed emotivo; dalla tendenza ad attribuirsi la responsabilità anche di eventi su cui non si ha alcun potere; dalla mancanza di esperienza; e dalla tendenza a iper-generalizzare tipica dei bambini. Queste caratteristiche psichiche, assieme ai messaggi e all’esempio dei genitori, favoriscono lo sviluppo di credenze patogene, cioè di credenze che associano il perseguimento di obiettivi sani e realistici a pericoli per se stessi, gli altri significativi e le relazioni importanti.
Le credenze patogene impediscono quindi il raggiungimento di obiettivi sani, o connotano i tentativi di raggiungere questi obiettivi con sentimenti dolorosi di paura, vergogna, angoscia e colpa, costituendo così la base della psicopatologia funzionale. Per questo motivo, ognuno di noi vuole, consciamente e inconsciamente, disconfermare le proprie credenze patogene.
La disconferma delle credenze patogene è alla base della ricerca, conscia e inconscia, di esperienze emotive correttive e di strumenti che permettano di avere un maggior controllo sul proprio funzionamento cognitivo, emotivo e relazionale, ed è alla base del piano più o meno dettagliato, e in genere inconscio, con cui i pazienti vengono in terapia.
Il ruolo dello psicoterapeuta è aiutare il paziente a ottenere ciò di cui consciamente e inconsciamente ha bisogno per stare meglio, cioè a realizzare cioè il suo piano.
In quest’ottica, tanto i modelli di matrice psicoanalitica quanto quelli cognitivo-comportamentali forniscono al clinico prospettive e strumenti utili a comprendere e aiutare i diversi pazienti a realizzare il loro piano in un’ottica integrata e altamente personalizzata.
A prescindere dalle proprie preferenze e inclinazioni, infatti, ogni psicoterapeuta deve costruire un trattamento specifico per ogni paziente sulla base della comprensione di:
1) Cosa vuole ottenere quel paziente dalla terapia;
2) Cosa gli ha impedito, fino a ora, di ottenere ciò che vuole;
3) Quali sono i traumi e gli eventi avversi che hanno favorito il costutirsi di questi ostacoli al raggiungimento degli obiettivi che ha;
4) Come vorrebbe essere aiutato a padroneggiare questi traumi e superare questi ostacoli;
5) Cosa vuole capire di se stesso per stare meglio.
Al centro di una psicoterapia non vi è quindi cosa il clinico pensi sia giusto, bensì ciò di cui il paziente ha bisogno.
Il nucleo del modello
Il modello prevede un nucleo concettuale integrativo fondato sulla Control-Mastery Theory. Secondo questo modello, alla base della sofferenza psichica e dei problemi psicopatologici vi è il modo specifico in cui una persona ha dato senso a eventi avversi e a traumi subiti nel corso dello sviluppo a partire dalle sue caratteristiche biologico-temperamentali, dalle sue esperienze pregresse e dal contesto relazionale, sociale e culturale in cui è cresciuta. Per adattarsi a questi traumi ed eventi avversi, infatti, le persone sviluppano credenze e schemi patogeni che sono alla base di inibizioni, sintomi e tratti caratteriali problematici e plasmano il modo in cui una persona si relaziona agli altri e alla realtà.
Il cuore della terapia, in questo modello, è costituito da esperienze emotive correttive che favoriscono la disconferma di queste credenze patogene e dall’acquisizione di strumenti che permettano un maggior controllo sul proprio funzionamento mentale e la propria storia. In quest’ottica, i pazienti vengono in terapia con un piano (inconscio) finalizzato a stare meglio e il compito dei terapeuti è comprendere questo piano e aiutare i pazienti a realizzarlo.
Questa prospettiva integrativa è inserita in una cornice concettuale più ampia in cui vengono valorizzati i contributi che provengono dalle evoluzioni della psicoanalisi di tradizione freudiana; dalla psicologia del Sé, e dalla psicoanalisi intersoggettiva e relazionale; dalla teoria dell’attaccamento (Bowlby, Ainsworth, Main); dall’infant research (Stern; Beebe Lachmann; Tronick); dal cognitivismo clinico italiano (Lorenzini, Macini); dalla psicoterapia cognitivo-evoluzionistica (Liotti); dalle neuroscienze affettive (Panksepp); da modelli quali la Schema Therapy, la DBT e la Mindfulness (Kabat Zinn); dalla social-cognition (Bargh); dalla psicologia evoluzionistica (Kenrick; Stewart Williams) e dalla psicologia morale (Haidt, Tomasello); dalla Teoria Polivagale (Porges) e, ovviamente, dalla psichiatria, dalla psicopatologia e dalla psicofarmacologia.
Gli allievi sono formati da docenti e didatti di formazione psicoanalitica e cognitivo-comportamentale che condividono l’importanza della personalizzazione della psicoterapia e della ricerca empirica.
Il Modello Integrativo Forma Mentis
L’essere umano ha come motivazione sovraordinata quella di adattarsi alla realtà e appagare bisogni e desideri evoluzionisticamente fondati, ed è intrinsecamente motivato ad acquisire controllo su se stesso e la realtà, a risolvere i propri problemi e padroneggiare i propri traumi.
L’essere umano è inoltre dotato di sofisticate capacità di funzionamento e autoregolazione, consce e inconsce che, in presenza di un ambiente relazionale sufficientemente sintonizzato che faccia sentire al sicuro, gli consentono di adattarsi in modo ottimale alla realtà.
Quando subisce dei traumi o è vittima di eventi avversi, l’essere umano cerca quindi consciamente e inconsciamente di comprendere in che modo possa aver contribuito al loro verificarsi e come possa evitare che essi si ripresentino in futuro.
Se un trauma si verifica in età evolutiva, però, il modo di dar senso a esso è plasmato dalle caratteristiche dello psichismo infantile: dalla dipendenza dai genitori, dal bisogno di vederli come forti, saggi e giusti e dalla tendenza a dar loro ragione in caso di disaccordi; dall’egocentrismo cognitivo ed emotivo; dalla tendenza ad attribuirsi la responsabilità anche di eventi su cui non si ha alcun potere; dalla mancanza di esperienza; e dalla tendenza a iper-generalizzare tipica dei bambini. Queste caratteristiche psichiche, assieme ai messaggi e all’esempio dei genitori, favoriscono lo sviluppo di credenze patogene, cioè di credenze che associano il perseguimento di obiettivi sani e realistici a pericoli per se stessi, gli altri significativi e le relazioni importanti.
Le credenze patogene impediscono quindi il raggiungimento di obiettivi sani, o connotano i tentativi di raggiungere questi obiettivi con sentimenti dolorosi di paura, vergogna, angoscia e colpa, costituendo così la base della psicopatologia funzionale. Per questo motivo, ognuno di noi vuole, consciamente e inconsciamente, disconfermare le proprie credenze patogene.
La disconferma delle credenze patogene è alla base della ricerca, conscia e inconscia, di esperienze emotive correttive e di strumenti che permettano di avere un maggior controllo sul proprio funzionamento cognitivo, emotivo e relazionale, ed è alla base del piano più o meno dettagliato, e in genere inconscio, con cui i pazienti vengono in terapia.
Il ruolo dello psicoterapeuta è aiutare il paziente a ottenere ciò di cui consciamente e inconsciamente ha bisogno per stare meglio, cioè a realizzare cioè il suo piano.
In quest’ottica, tanto i modelli di matrice psicoanalitica quanto quelli cognitivo-comportamentali forniscono al clinico prospettive e strumenti utili a comprendere e aiutare i diversi pazienti a realizzare il loro piano in un’ottica integrata e altamente personalizzata.
A prescindere dalle proprie preferenze e inclinazioni, infatti, ogni psicoterapeuta deve costruire un trattamento specifico per ogni paziente sulla base della comprensione di:
1) Cosa vuole ottenere quel paziente dalla terapia;
2) Cosa gli ha impedito, fino a ora, di ottenere ciò che vuole;
3) Quali sono i traumi e gli eventi avversi che hanno favorito il costutirsi di questi ostacoli al raggiungimento degli obiettivi che ha;
4) Come vorrebbe essere aiutato a padroneggiare questi traumi e superare questi ostacoli;
5) Cosa vuole capire di se stesso per stare meglio.
Al centro di una psicoterapia non vi è quindi cosa il clinico pensi sia giusto, bensì ciò di cui il paziente ha bisogno.
Lo Spirito della Formazione
A partire da questo approccio altamente personalizzato, l’apprendimento dei modelli e delle tecniche psicodinamiche e cognitivo-comportamentali garantito dalla Scuola Forma Mentis permette all’allievo di dotarsi di una molteplicità di chiavi di lettura e strumenti operativi che gli permettono di lavorare in modo caso-specifico con pazienti affetti da problemi diversi, in contesti diversi e per mezzo di setting diversi (terapia individuale, terapia di coppia, gruppi di skill training ecc.).
Grande attenzione è inoltre rivolta ai risultati della ricerca empirica sul funzionamento mentale normale e patologico e su processo ed esito delle psicoterapie; il modello Forma Mentis, infatti, intende la psicoterapia come l’applicazione altamente specializzata e individualizzata di conoscenze scientificamente fondate.
Forma Mentis fornisce ai suoi allievi gli strumenti necessari a condurre i primi colloqui, valutare un paziente per mezzo dei test più utilizzati e meglio validati (MMPI, Rorschach-CS, PAI, SWAP-200 ecc.), elaborare una diagnosi e una formulazione del caso specifica per ogni paziente, impostare la terapia sulla base di questa formulazione e valutare gli esiti del trattamento.
In linea con i risultati delle ricerche empiriche su processo ed esito delle psicoterapie, in tutte le fasi dell’operare clinico, il modello Forma Mentis attribuisce poi un’importanza sovraordinata al modo in cui il paziente fa esperienza della relazione con il clinico e dà senso a quanto accade in essa in modo conscio e inconscio. In quest’ottica, oltre a insegnare una molteplicità di tecniche di intervento – libere associazioni, analisi dei sogni, utilizzo dei sentimenti del terapeuta, capacità di fornire chiarificazioni, confrontazioni e interpretazioni; ABC, laddering, tecniche di esposizione, tecniche che favoriscono il rafforzamento delle capacità metacognitive, tecniche di problem solving, mindfulness, tecniche di regolazione delle emozioni ecc. – Forma Mentis fornisce ai suoi allievi gli strumenti necessari a comprendere quando, se e come è opportuno utilizzare ognuna di queste tecniche in funzione del modo in cui il paziente può fare esperienza di esse e del loro utilizzo. E a comprendere quando un paziente sta mettendo alla prova le sue credenze patogene con il terapeuta e come superare questi test.
Infine, a partire dal secondo anno, e in modo particolare negli ultimi due anni di formazione, i seminari teorici sono affiancati da un numero crescente di supervisioni di gruppo ed esercizi di role-playing in ottica Control-Mastery Theory, cognitivo-comportamentale, psicoanalitica e integrata.
Le Teorie alla base del Modello Forma Mentis
Il modello integrato di Forma Mentis fa riferimento in particolare alle teorie:
• Control-Mastery Theory
• evoluzioni della psicoanalisi freudiana;
• teorie relazioni oggettuali britanniche;
• attaccamento e del trauma evolutivo;
• psicologia del Sé;
• psicoanalisi relazionale e intersoggettiva;
• psicoterapia cognitivo-comportamentale;
• terza ondata del cognitivismo;
• cognitivismo clinico italiano;
• neuroscienze affettive (Panksepp) e della psicobiologia del trauma;
• teoria polivagale (Porges) applicata al setting psicoterapeutico;
• psicologia evoluzionistica e della social-cognition;
• ricerca in psicoterapia.
Gli obiettivi della psicoterapia integrata di Forma Mentis prevedono un processo esperienziale e conoscitivo trasformativo basato sulla relazione terapeutica, una maggiore comprensione delle proprie relazioni oggettuali interne, la disconferma delle credenze patogene individuali, una migliore elaborazione dei propri traumi, una migliore capacità di impegnarsi nell’azione con maggiore consapevolezza.
La terapia è idealmente volta a ottenere una migliore qualità di vita, miglior uso delle proprie capacità, tolleranza di una più ampia gamma di affetti, miglioramento delle strategie di coping, consolidamento delle risorse psicologiche, monitoraggio e diminuzione dello stress, maggior flessibilità.
Forma Mentis istruisce i propri allievi alla pratica psicoterapeutica attraverso l’uso dei principali strumenti che caratterizzano una moderna psicoterapia:
– la comprensione e formulazione del piano del paziente;
– la valutazione della situazione clinica e della personalità;
– la costruzioni di un setting personalizzato;
– l’analisi delle dinamiche della relazione terapeutica e degli affetti consci e inconsci che si
producono nel setting;
– la scelta delle comunicazioni terapeuticamente più utili per il paziente nei diversi momenti
del trattamento;
– la scelta dell’atteggiamento ottimale da assumere con i diversi pazienti e nei diversi momenti del trattamento e del modo in cui rispondere alle proposte relazionali del paziente;
– l’applicazione di specifiche tecniche cognitivo-comportamentali con lo scopo di aumentare la mastery del sintomo e l’autoregolazione (Biofeedback, Mindfulness, ecc.);
– l’applicazione di specifici interventi di modificazione del comportamento (sociale, psicofisico, alimentare) a favore della salute e del benessere personale;
– la valutazione del processo e dell’esito del percorso terapeutico sulla base della ricerca in psicoterapia.
Pertanto, l’allievo è formato a intervenire nelle fasi processuali del caso trattato sulla base di un ragionamento clinico integrato con la regolazione dell’empatia attraverso la comprensione del piano del paziente e la valutazione delle dinamiche relazionali che prendono vita nel setting e un’efficace sintonizzazione con le memorie traumatiche riattualizzate del paziente e con le emozioni e con gli stati psicosomatici propri e del paziente.
Allo scopo di favorire le best practices professionali metodologicamente fondate, corrispondenti alle diverse fasi del percorso psicoterapeutico – dalla fase diagnostica a quella conclusiva – obiettivo formativo di Forma Mentis è l’insegnamento di metodologie teorico-applicative per valutare – anche empiricamente – la relazione terapeutica, l’andamento del processo e l’efficacia dell’intervento.
Integrazioni con la psichiatria e la psicopatologia
Il modello prevede l’integrazione con la psichiatria clinica e la psicopatologia, in un’ottica che tiene conto dei substrati medico-scientifici che sottendono gli aspetti psicologici e psicopatologici del comportamento.
La cornice di riferimento è il modello bio-psico-sociale, che postula che alla genesi dello sviluppo psichico fisiologico e patologico contribuiscano, in maniera sinergica, fattori genetici, epigenetici, ambientali, sociali, e traumatici i quali, integrandosi in maniera diversa nelle varie fasi dello sviluppo del cervello e del ciclo vitale, possono costruire pathways fisiologiche e psicopatologiche.
In quest’ottica, i temi proposti sono,
• Psichiatria Clinica e Psicofarmacologia Generale
• Psicofarmacoterapia di base
• Psicopatologia nelle fasi del ciclo vitale
• Psicopatologia perinatale e trasmissione transgenerazionale
• Trauma e trasmissione transgenerazionale del trauma
• Psicopatologia delle transizioni dall’età infantile all’età adolescenziale
• Psicopatologia delle transizioni dall’età adolescenziale all’età adulta
• Psichiatria e psicopatologia dei disturbi di alimentazione e nutrizione
• Psichiatria di genere