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Giuseppe Ruggeri – Carlo Saraceni
2017, 350 pagine
38 €
Il solido contorno di una muraglia, il profilo mutevole di una nuvola, un antro racchiuso nella montagna, una stoffa che si sta strappando, una diga che argina le correnti di un fiume, il cratere di un vulcano in eruzione: cosa hanno in comune queste cose? Nulla, nella vita reale. Esse tuttavia possono farsi presenti alla nostra esperienza interiore in qualità di immagini mentali e, come tali, contengono un particolare riferimento alla tenuta dei confini delle cose rappresentate: confini ben definiti e saldi, oppure vaghi e inconsistenti; confini che contengono forze, regolano flussi, oppure che perdono la tenuta e cedono a questi. Gli autori hanno condotto studi empirici e clinici sui confini delle rappresentazioni mentali riportate dai pazienti: sulle immagini evocate dalla somministrazione del test di Rorschach; i sogni riferiti in psicoterapia; le immagini richiamate durante sedute di training autogeno e di ipnosi; i disegni eseguiti in un esame psicodiagnostico. I confini di tali rappresentazioni – secondo gli autori – rispecchiano l’opera di una funzione di confine, volta a mantenere la tenuta dell’ordinamento mentale (mindkeeping) e a supportare forme elementari di coscienza (coscienza sensoriale).