Il ruolo del Microbiota Intestinale nello sviluppo della Malattia di Parkinson
Gli studi sulla correlazione tra Malattia di Parkinson e Microbiota Intestinale sono in netto aumento, è stato riscontrato che l’asse microbiota-intestino-cervello possa influenzare direttamente la patogenesi del Parkinson, con una progressiva neurodegenerazione dall’intestino al cervello a seguito dell’aggregazione di alfa-nucleina e formazione dei corpi di Lewy. Le interazioni dell’asse cervello-intestino sono significativamente modulate dal Microbiota Intestinale tramite meccanismi immunologici, neuroendocrini e neurali diretti (Mulak, Bonaz;2015).
La Malattia di Parkinson (MdP) è il disturbo del movimento più comunemente conosciuto, caratterizzato da rigidità muscolare, instabilità posturale, disturbi dell’andatura, bradicinesia e tremore a riposo. I pazienti con MdP presentano spesso sintomi non motori tra cui disturbi cognitivi da lievi a gravi. I sintomi gastrointestinali sono anche sintomi non motori comunemente osservati nei pazienti con MdP che interessano fino all’80%. Braak et al. (2002) hanno esaminato i corpi di Lewy in pazienti MdP sottoposti ad autopsia senza sintomi cognitivi così come in soggetti sani e hanno scoperto che i corpi di Lewy partono dal nucleo vagale dorsale e salgono al locus coeruleus e alla substantia nigra (Hirayamaa, Ohnob; 2021) e sono responsabili della neurodegenerazione e della morte neuronale. Inoltre, la disfunzione gastrointestinale, in particolare la stitichezza, è il sintomo non motorio più comune del Morbo di Parkinson e spesso precede di decenni l’insorgenza della disabilità motoria (Lin et al.; 2019).
Il Microbiota Intestinale (GM), denominato “organo dimenticato”, ospita 100 trilioni di batteri (e alcuni funghi, archaea e virus), 10 volte maggiore del numero di cellule presenti nel corpo umano. L’esistenza di una rete bidirezionale spesso nota come “asse del microbiota intestinale-cervello (GMBA)“, ha ora raggiunto l’accettazione globale e la sua disregolazione è stata collegata a numerose malattie, accendendo la necessità di approfondimenti e nuove strategie di trattamento (Nicholson et al.; 2012). Il GMBA può influenzare la neurochimica del cervello (livelli alterati di neurotrasmettitori, i loro recettori e vari fattori neurotrofici) e il comportamento (Tillisch et al.; Forsythe, Kunze; 2013). Uno degli esempi più ampiamente studiati di associazione microbica del MdP è quello dell’Helicobacter Pylori. La prevalenza dell’infezione da H. Pylori è alta tra i pazienti con MdP e causa menomazioni motorie, ostacolando l’assorbimento della levodopa, un farmaco primario per la gestione del MdP (Camci, Oguz; 2016).
Dunque, una possibile irregolarità nel Microbiota Intestinale, che influenza l’asse microbiota-intestino-cervello, è una sovversione della barriera gastrointestinale protettiva, che porta ad uno stress ossidativo e ad un’infiammazione intestinale e induce un aumento nella permeabilità della mucosa e l’aggregazione di alfa-sinucleina (α-Syn) nel sistema nervoso enterico (Hirayamaa, Ohnob;2021).
Approfondimenti sull’asse cerebrale del Microbiota Intestinale potrebbero collegare i punti tra l’eziologia della GM e quella del MdP e aiutare nella prevenzione o nella diagnosi precoce della Malattia di Parkinson e nella ricerca di un nuovo regime terapeutico (Parashar, Udayabanu; 2017).
Queste nuove teorizzazioni vengono studiate da tutti gli allievi della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicosomatica, dell’ Ospedale Cristo Re e del Consorzio Universitario Humanitas, che pone attenzione non solo alla manifestazione fisiologica della malattia, ma anche all’aspetto emotivo e psicologico che l’accompagna.
Da oltre un decennio il Consorzio Universitario Humanitas, svolge attività di ricerca scientifica, con l’organizzazione di numerosi Master Universitari, Corsi di alta formazione e Scuole di Specializzazione in Psicoterapia, diventando un centro di eccellenza e di riferimento nazionale.