FIABA DAY: al via il nuovo progetto di formazione rivolto agli operatori che accoglieranno i pellegrini del Giubileo
Domenica 6 ottobre, a Piazza Colonna di fronte a Palazzo Chigi, si è tenuto il FiabaDay 2024, una giornata dedicata interamente alla promozione dell’accessibilità e dell’inclusione sociale. Giunto alla sua ventiduesima edizione, l’evento, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio, mira a sensibilizzare il pubblico sull’importanza di una città accessibile a tutti, eliminando le barriere sia fisiche che culturali. Organizzato dall’associazione FIABA ETS, il FiabaDay ha coinvolto personalità del mondo politico, sociale, culturale e imprenditoriale, affrontando temi come sanità, scuola inclusiva, trasporti, sport e l’integrazione dei disabili nel mondo del lavoro. È stata sottolineata la necessità di una stretta collaborazione tra la Regione Lazio, Roma Capitale e altre istituzioni locali.
Di seguito riportiamo le dichiarazioni della Responsabile Affari Legali e Istituzionali del Consorzio Universitario Humanitas, Marika Di Biase, che ha parlato a margine dell’evento sottolineando l’importanza di pianificare progetti formativi per preparare gli operatori ad affrontare le sfide complesse legate all’accoglienza, favorire la piena partecipazione sociale di tutti i cittadini, in particolare dei più fragili, e diffondere una cultura che promuova la diversità su più fronti: “L’abbattimento delle barriere non può che passare dal soddisfacimento di bisogni individuali e collettivi (cronici o emergenti) e dagli strumenti di cui la comunità deve dotarsi per assicurare benessere, integrazione e inclusione.
In questo le istituzioni, così come le organizzazioni sociali, hanno un ruolo centrale in una prospettiva che deve tenere insieme il superamento puntuale della molteplicità di ostacoli (architettonici, sociali, educativi, di genere) che si interpongono al godimento dei diritti e alla piena partecipazione sociale di tutti i cittadini (e in particolare dei più fragili), e un’idea avanzata di benessere crescente per tutti. Ebbene la formazione può essere e deve essere considerata una leva determinante in questo senso.
Il FiabaDay – ho ascoltato con grande interesse i tanti interventi – assume un rilievo particolare non solo per il considerevole sforzo di sensibilizzazione che rappresenta, non solo per il tentativo (necessario e riuscito) di raccogliere e mettere a confronto la politica e le istituzioni (ai diversi livelli) con il mondo delle associazioni che rappresentano appunto bisogni, aspirazioni e spesso (fortunatamente) soluzioni, ma anche per l’obiettivo (dichiarato) di abbattere una particolare forma di barriera: quella tra le parole e i fatti.
Abbattere, o meglio, attraversare la barriera delle parole è un tema di fondo ineludibile. E come avvocato – e Responsabile degli Affari Legali e Istituzionali del Consorzio Universitario Humanitas, istituto che da molti anni si occupa di ricerca e alta formazione – voglio portare un contributo focalizzato sulla formazione, ma soprattutto sulla concretezza. Lo schema può risultare semplice, ma la realizzazione non è banale: bisogno sociale (barriera)→ individuazione del profilo professionale necessario → formazione → attività concreta di soddisfacimento del bisogno (abbattimento della barriera).
Prima di entrare brevemente nello specifico del progetto che stiamo per lanciare insieme grazie anche al grande impulso di Fiaba, vorrei accennare a un esempio che ritengo interessante per la discussione e che ci riguarda da vicino.
Parliamo di autismo e patologie del neurosviluppo nell’età evolutiva. Senza entrare nel merito dei quadri clinici e della complessità del tema, consideriamoli per un attimo, come sono, una barriera da abbattere per tante bambine e bambini. Barriera nei confronti della realtà, barriera personale, barriera nella vita di relazione. Un fenomeno in espansione che si porta dietro una grande, grandissima domanda di diagnosi e trattamenti appropriati.
In questo senso, il Consorzio Humanitas è stata una delle prime realtà in Italia a scommettere sulla formazione post-universitaria di professionisti qualificati in grado di costruire interventi educativi e clinici per il trattamento dell’autismo, dei disturbi emozionali, comportamentali e dello sviluppo, attraverso l’utilizzo e il potenziamento del cosiddetto metodo ABA che mira a ridurre le abitudini comportamentali problematiche e disfunzionali attraverso la costruzione di rituali comportamentali adattivi.
Il Consorzio ha poi creato la Scuola CAA e TA – Scuola in comunicazione aumentativa e alternativa e tecnologie assistive – che intende rispondere alla crescente richiesta di interventi a sostegno di persone con bisogni comunicativi complessi (BCC) e dei loro care-giver, contribuendo alla diffusione di una nuova cultura interdisciplinare dell’inclusione.
Su queste basi la Scuola ha strutturato un percorso appropriato e complesso, finalizzato a fornire ad ogni livello di accesso, il corrispondente patrimonio di conoscenze e strumenti attraverso un’offerta formativa suddivisa in quattro livelli: short program, formazione di base, avanzata, master universitario.
Vale a dire, una prima risposta.
Ma non ci siamo fermati qui. Il Consorzio è stato anche uno dei primi a scommettere sulla possibilità di inserire molte delle professionalità formate in un sistema di risposta clinica (e quindi post-formativa) all’esigenza specifica. Proprio sulle competenze e proprio sulla formazione, è nato quindi l’ICI – Istituto clinico interuniversitario, gestito dal Consorzio e accreditato con la Regione Lazio – dove siamo in grado di offrire, nella Capitale, la seconda e decisiva risposta al bisogno.
L’ICI svolge attività di ricerca, diagnosi e intervento sui disturbi più frequenti del neurosviluppo e sui disturbi psichiatrici in età evolutiva, come ritardi e disturbi del linguaggio, disabilità cognitive, disturbi dell’apprendimento, autismo, disturbi del comportamento, disturbi delle emozioni e dell’umore.
Siamo convinti che non possa esistere una buona prassi clinica senza ricerca e formazione e senza condividere fra ricercatori e operatori clinici un comune approccio allo studio, alla diagnosi e al trattamento riabilitativo che ponga in primo piano aspetti etici e deontologici.
Troppo spesso le proposte formative si esauriscono nell’affrontare aspetti teorici senza fornire un modello di buona prassi clinica. Il nostro Istituto, al contrario, organizza corsi, master, seminari e laboratori interattivi volti a costruire un modello di valutazione e terapia basato sulle evidenze scientifiche e sulle linee guida per la presa in carico ed il trattamento. Ciò consente di trasferire il lavoro sperimentato durante il nostro percorso professionale a colleghi più giovani che si affacciano oggi alla professione, ma anche di fornire metodi e strumenti aggiornati a professionisti che hanno minori possibilità di svolgere ricerca applicata.
Da questo approccio che fonde insieme conoscenza, preparazione e concretezza – e che abbiamo ritrovato nella lunga e luminosa esperienza di Fiaba e delle battaglie per l’eliminazione delle barriere architettoniche – ha origine il progetto di formazione rivolto agli operatori che saranno chiamati ad accogliere i tanti turisti e pellegrini previsti per l’anno giubilare 2025.
Il nuovo corso, organizzato da Fiaba e Consorzio Humanitas, è finalizzato ad incrementare le conoscenze e le competenze relazionali e professionali di dipendenti e collaboratori di società pubbliche, private e partecipate (quali ad esempio ADR Roma, Atac, Ferrovia dello Stato) con compiti di supporto e accoglienza dei visitatori con disabilità o con bisogni particolari, disseminando così una cultura dell’inclusione.
I corsisti si cimenteranno con lezioni teoriche e pratiche, apprendendo nozioni sui diversi tipi di disabilità (visiva, uditiva, motoria, cognitiva), ma soprattutto imparando come occuparsi delle esigenze di persone disabili sole, accompagnate o parte di un gruppo e come comunicare efficacemente con clienti con disabilità.
Ciò rappresenterà, per le aziende che decideranno di sottoscrivere il Progetto formativo, un’occasione per diffondere una cultura che promuove la diversità su più fronti e un’opportunità per creare o rafforzare i valori della accoglienza, della sostenibilità e della valorizzazione delle differenze“.